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“Hakuna matata.”

KENYA MON AMOUR

Il viaggio

17 Febbraio 2017…
…Se programmate di andare in Kenya e volete divertirvi con la D maiuscola allora è bene che leggiate tutto questo racconto, perchè, per me, è stata la vacanza più bella del mondo.
Vado in Kenya spesso, è un luogo incredibile, con profumi indimenticabili, sorrisi e panorami da togliere il fiato, ma questa volta è stato diverso…Questa volta la compagnia era assolutamente eccezionale.
Le mie due amiche del cuore Shiva e Valeria, il mio amore Simone e il mio cugino pazzo Leopoldo.
Incontro alle ore 15, un piantino veloce per aver lasciato a casa Nanni e via in macchina. La musica altissima, le voci emozionate e le risate alcoliche senza alcol hanno accompagnato il nostro tragitto da Genova a Malpensa, un solo pensiero nella testa…Togliere le giacche e mettere il costume. (Non del tutto vero, in realtà io stavo pensando al cibo, al cocco e alla capipirinha al maracuja).
L’incontro con mio cugino a Malpensa è avvenuto all’interno della lunghissima coda per fare il check-in, coda che ha visto l’entusiasmo di tutti i partecipanti trasformarsi in estrema euforia…Ma non per tutti. Non per Shiva. Il mio piccolo barattolino Sammontana ha paura di volare e, quando si è avvicinata l’ora dell’imbarco, il suo viso ha cominciato a prendere diverse sfumature di grigio, verde e bianco. Le amiche, quelle normali, avrebbero cercato di tranquillizzarla con parole dolci e confortanti, ecco, le amiche normali. Noi le abbiamo messo in mano un vodka tonic dentro al bicchiere di cartone della cocacola king size e uno xanax in tasca. Totalmente noncuranti del fatto che Shiva fosse ancora del colore di un lenzuolo sporco, anche io e Valeria abbiamo optato per berci due gin tonic nei sobrissimi bicchieri di cartone king size. Risultato: Shiva ancora in ansia e noi ubriache fradice.

Il decollo ha visto mani sudatissime (Quelle di Shiva soprattutto), strette tutte insieme per esorcizzare quello strano timore che comunque l’aereo incute, risate ed emozione.

8 lunghissime ore ci dividevano dal paradiso, ma siamo comunque riusciti ad occuparle con film, partite a carte, pisolini e settimana Enigmistica (o Nigmistica come dice Simo, conclamato inventore di parole “che ci stanno” all’interno dei quadratini delle parole crociate).

L’approccio con Mombasa è sempre molto particolare. L’aereoporto è quasi interamente costruito senza finestre e, nemmeno a dirlo, all’interno ci sono 800 gradi percepiti, visto e considerato che la maggior parte delle volte ci si arriva con il piumino. Ma è bellissimo, è tutto sempre bellissimo e caratteristico sotto tutti i punti di vista. Una cosa amici…Appena scendete dall’aereo CORRETE! COMICIATE A CORRERE VELOCE. La coda che vi aspetta al controllo passaporti è più lunga e noiosa del film “La grande bellezza” in versione integrale, ma non se arrivate per primi! Quindi passo spedito e via.
La seconda idea geniale (dopo il cocktail micidiale che ha visto Shiva deambulare per 8 ore all’interno dell’aereo) ci viene una volta usciti dall’aereoporto. 40 gradi, piumino, valigie, gabbiotto smoking area (magicamente con le finestre), sigaretta e rischio collasso.
Sopravvissuti e sicuri che non avremmo fumato mai più (Lo si dice sempre dopo un evento traumatico, peccato che poi non sia così), ci dirigiamo verso l’aria condizionata o meglio definita “la macchina di Charlie”. Charlie è Africano, è un ex dj giramondo, assolutamente identico a Denzel Washington che ha deciso di abbandonare le piste da ballo per fare l’autista nel suo paese.
2 ore di macchina, il sole che si alza in cielo, la terra rossa, i bambini vestiti con le divise della scuola, i camion che portano gli operai nei cantieri, l’Africa, quella vera, quella povera ma ordinata, la polvere e gli alberi di mango.
Il mango più buon del mondo abita li.
Il sonno, la stanchezza e poi……IL PARADISO.

MALINDI, WATAMU, SAFARI BLU, CHE SHALE

Un giardino tropicale, una piscina calda, una casa senza finestre e poi noi.
Questo è esattamente quello che vedono i nostri occhi una volta scesi dalla macchina di Charlie. Entriamo in casa assolutamente distrutti dalla stanchezza, ma così felici che non ci sarà sonno a fermarci.
Disfiamo le valigie e scambiamo quattro chiacchiere con il cuoco di casa, il mitico Kennedy e Rita, che si occuperà di noi per i 10 giorni di vacanza che ci aspettano.

Nemmeno a dirlo Kennedy ci fa trovare una vasca di spaghetti al pomodoro eccezionali e la Tusker gelata. Vorrei spendere due parole sia sui pomodori che sulla birra. I pomodori del Kenya sono qualcosa di inimmaginabile, rossi come la terra su cui crescono, dolci, con un sapore mai sentito prima, sono ottimi crudi in insalata con un po’ di cipolla e pili pili (un piccolo peperoncino verde discretamente piccante che a Malindi cresce praticamente ovunque) oppure così, con i nostri amati spaghetti. E poi c’è la Tusker….Non si contano le bottiglie di Tusker bevute durante il nostro viaggio, gelata, leggera, ottima sia a pranzo che a cena, insomma, che ve lo dico a fare?

I primi due giorni di vacanza scorrono tranquilli, all’insegna dei bagni in mare, del sole, delle tante chiacchiere e del riposo. Verso sera Valeria, diventata ufficialmente la nostra bar tender, ha utilizzato tutta la meravigliosa frutta presente per fare eccezionali cocktail. Quello è sempre stato per me il mio momento preferito, l’aria calda, il rumore delle nostre risate e l’attesa della cena di Kennedy.

Qualche giorno dopo il nostro arrivo concordiamo con il mitico Balala la nostra prima gita, il safari blu, o anche detto “Sardegna due” (i colori sono gli stessi, ma panorama e vegetazione non sono nemmeno minimamente paragonabili). Con circa 40 euro a testa sono garantiti gita in barca e grigliata sull’acqua e quando dico sull’acqua è proprio SULL’ACQUA. Uno spettacolo, ve lo consiglio.

Partiamo con un pochino di pioggia, ma giusto il tempo di arrivare ed esce un sole quasi pericoloso: Non fatevi mai ingannare dal vento, protezione 40 e passa la paura, altrimenti rischiate di passare la vostra vacanza in qualche infermeria sperduta in the middle of nowhere con tutto il corpo farcito di aloe vera.

Vi lascio di seguito le foto a documentarvi questa meraviglia.

Soprassiedo totalmente sulla serata post Safari Blu al Rosada, un localino meraviglioso sulla spiaggia di Malindi. Vi lascio comunque con una informazione, se volete bere, occhio ai chupiti…Contengono su per giù la dose di alcol di 4 cocktail.
La mattina seguente con un cerchio alla testa convinti che da un momento all’altro spuntasse un aureola, Kennedy decide di “asciugare” il tutto con un’eccezionale spaghetto con polpa di granchio, quella vera eh, non il terribile surimi.

Il granchio accompagnerà tutta la nostra giornata culinaria, Kennedy è fortissimo con il granchio, le sue insalate sono favolose…Il tutto sempre accompagnato dalle eccezionali verdure Africane. Vi consiglio di provarle tutte, sono assolutamente eccezionali.

Dopo un paio di Tusker e quarantamila video con il balletto di Occidentali’s Karma (per altro ritwittato dallo stesso Gabbani probabilmente preso per sfinimento) andiamo a letto cotti e felici.

Il giorno seguente ci rechiamo a Watamu, altro paesino incantevole dal mare azzurro come il cielo, che dista circa una ventina di minuti da Malindi.

La bassa marea, che di solito si manifesta in mattinata e verso l’ora del tramonto, ci permette di fare una passeggiata pazzesca sulla barriera corallina, fino a trovare una gigantesca piscina naturale con il mare caldo, vedere una vegetazione incredibile e scambiare quattro chiacchiere con la gente del posto.

E poi….bagni, sole, bagni, sole, in un loop infinito di gioia e panorami bellissimi.

Verso sera decidiamo di uscire a cena. Ci facciamo consigliare un posticino a Malindi da Kennedy e ci lasciamo trasportare dal nostro tuc tuc di fiducia Peperone fino al ristorante Baobab. Inizialmente sia noi che i proprietari del ristorante eravamo un po’ freddi, con un misto di curiosità e di timore. Il ristorante è un tipico ristorante africano, abituato ad accogliere solo locali, quindi è stata assolutamente normale la diffidenza iniziale da parte di tutti, che è immediatamente svanita quando, con uno sguardo, abbiamo capito tutti che sarebbe stata una partita Italia-Kenya assolutamente amichevole e divertente.

E così è stato. Ci siamo tutti divertiti moltissimo, il cameriere ci ha portato tutti gli assaggi del ristorante e noi abbiamo talmente gradito da chiedere il bis di tutto. Samosa di carne, polenta, riso, spezzatino e pollo al cocco. Una goduria immensa.

Siamo quasi alla fine del nostro meraviglioso viaggio, ma ancora manca il mio posto preferito. Una gita in jeep nel bel mezzo del nulla,

passando attraverso villaggi e foresta, per arrivare alla più grande spiaggia che io abbia mai visto, la spiaggia dorata di Che Shale.

Partenza al mattino presto con il mitico autista Indiano Fami, circa un’ora di jeep per raggiungere la metà e poi un’intera giornata felicemente abbandonati lungo la spiaggia. Se vi capita di andare in vacanza tra Malindi e Watamu non potete perdervi questa gita.

Ci fermiamo a mangiare in un posto incredibile, molto simile ad un villaggio dei Flintstones, con i bagni nella sabbia e le docce all’aperto, assolutamente incantevole. Samosa, granchi alla vietnamita e un sacco di succulenti assaggi dei cibi del posto, qualcosa di assolutamente meraviglioso.

Il giorno seguente facciamo tappa da Sule, un ragazzo Africano che gestisce dei lettini sulla spiaggia del Garoda

Watamu e anche li non ci facciamo mancare un pranzo degno del nostro gruppo. Diciamo che dopo 10 giorni di aragostelle e granchi la mia testa comincia ad essere proiettata verso un bel filetto di manzo, ma è un problema mio, sono una carnivora nata e dopo tanto tempo con solo pesce comincio a sentire la mancanza della ciccia.

 

L’ultimo giorno rimaniamo a Malindi e decidiamo di andare a mangiare una pizza sulla spiaggia e più precisamente al Rosada, sperando che nessuno si ricordi di noi e del nostro Lunedì sera da leoni, ovviamente ridevano tutti…Missione miseramente fallita.

Passeggiando sulla spiaggia vediamo in lontananza una barca di pescatori e decidiamo di avvicinarci così da fare l’ultimo acquisto per la nostra ultima cena Africana. Morale della favola: acquistiamo un’intero white snapper (un pesce molto simile alla ricciola) per la ridicola cifra di 6 euro e decidiamo così di mangiarcelo crudo con olio, cipolla, sale e lime. Uno spettacolo!!

La nostra vacanza volge al termine, a letto presto e aereo all’alba. Amici miei, vi consiglio di andare, ma andateci con la compagnia giusta e vedrete che sarà la vacanza più bella della vostra vita. Abbiamo avuto il mal d’Africa per circa 2 mesi, ma ne vale assolutamente la pena.

Kwaheri Malindi. Kwaheri Africa

V.

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Ci sono 5 commenti
  • Shiva
    Rispondi

    Non potevi raccontarla in maniera migliore! Non vedo l’ora di tornare!! ❤️

  • Simone
    Rispondi

    Finalmente ho capito cosa vuol dire il “mal d’Africa!!!”…e grazie a te mio Cuore Bello……….Ragazzi vi dico solo che sto preparando la bisciueta!!!!!!!!

  • SerenA
    Rispondi

    Oltre che una brava cuoca sei anche una gran scrittrice! Un racconto che scorre fluido e che crea immagini bellissime nella mia mente, mi hai messo voglia di partiee subito!

    • Vale
      Rispondi

      Grazie Serena è davvero bello leggere commenti come questi!

  • Leopoldo
    Rispondi

    Esperienza unica!! Grazie a tutti……….pronti per il 2019😜😜😜😜❤️❤️❤️❤️

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