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“Confidarsi è natura, accogliere le confidenze così come vengono fatte è cultura.”

Goethe

BELLA BU, IL POSTO “CHE TI FA STARE BENE”.

“BELLA BU” 28 GIUGNO 2016

Il giorno di apertura di Bella Bu, un giorno che Guendalina e Simone difficilmente dimenticheranno. Coppia di ristoratori Genovesi (Sono stoici, perché sono una coppia in tutti i sensi, anche nella vita), si sono conosciuti in una sorta di remake de “Il profumo del mosto selvatico” e di questo film romantico ne hanno fatto un vero e proprio sogno, il loro sogno, il loro unico, curatissimo e accogliente ristorante.
Non me ne voglia Simone (so che non lo farà) ma vorrei spendere due parole sulla mia amica Guenda. Sorriso che ricorda il cuore morbido di un tortino al cioccolato, una passione sfrenata per la cucina, per il pane fatto in casa e per gli amici. Ed è questo che siamo, due amiche che hanno condiviso un bel pezzo del loro cammino adolescenziale, tra risate, vino e pollo alla birra.
Ed è proprio lei Bella Bu, così la chiamava il suo papà e così continuano a chiamarla.
Dopo il suo percorso universitario in Psicologia a Parma, torna a Genova e, non convinta di voler fare la psicologa, comincia a fare esperienza in tantissimi locali e ristoranti del capoluogo Ligure, ma decide di partire di nuovo. Si iscrive al Master in Gastronomia e Turismo Italiano a Colorno, in quella che poi diventerà l’Università Degli Studi Di Scienze Gastronomiche con sede a Pollenzo. Ed è proprio a Pollenzo che Guenda comincia ad affinare il suo talento e la sua passione. Dopo il master rimane infatti a lavorare a Pollenzo, a stretto contatto con un mondo che, finalmente, le piace davvero. Torna a Genova decisa e dopo un’esperienza come ristoratrice dei mozzafiato Bagni Santa Chiara, comincia la ricerca di un ristorante a sua immagine e somiglianza. Con un bagaglio di idee infinito nel 2015 parte per la vendemmia ed è proprio alla Cascina Degli Ulivi che Guenda conosce Simone. Simone faceva il vino. Ecco donne, in un posto magico, durante la vendemmia, incontrate un signore di tutto rispetto che fa il vino. Che fate? Vi innamorate matematico!
Simone è un grande viaggiatore, appassionato ed esperto di vino e non solo. Andate a farvi un cocktail al Bella Bu e mi dite.
Guenda torna innamorata e Simone la segue a Genova. Si buttano. Trovano il loro ristorante e iniziano un’avventura assolutamente ben riuscita.
Il ristorante in Vico del Ferro è un locale storico dei vicoli di Genova, bello bello in modo assurdo, fatto di archi di pietra a vista e maioliche verdi e turchesi, due sale e un’atmosfera suggestiva. I ragazzi hanno lasciato i tavoli in marmo, ma hanno arricchito i muri con fantastici disegni di Genova fatti da Chiara, la sorella di Guenda.
Entrando però si vede la mano dei due ragazzi, si vede che lo hanno plasmato a loro immagine e somiglianza.
Quello che ti accoglie quando entri al Bella Bu sono i sorrisi, quelli di cui vi parlavo prima, i sorrisi dal cuore morbido di un tortino al cioccolato.
Inutile dire che Guenda, Simone e tutti i ragazzi che lavorano al Bella Bu, ti accompagnano in un percorso enogastronomico di tutto rispetto, con vini naturali e materie prime eccezionali.
La qualità si paga! La verdura arriva con la terra, il pesce ancora si muove nelle casse di polistirolo e la carne ha odore di erba e fieno. Il vino è fonte di ricerche, di assaggi, di degustazioni e di tanto sapere.
Non lamentatevi mai del conto se nel piatto avete le caratteristiche sopraindicate. Non fatelo, altrimenti vi meritate una vita fatta di cene in posti dove la verdura sta nelle celle frigo per mesi, il pesce è gelo e la carne ringalluzzita da punture di antibiotici. Ah….E di terrificanti mal di testa del day after.

IL RISTORANTE

Nemmeno il tempo di sederci e Simo arriva subito con un secchissimo Gin Tonic come piace a me. Eh, si, come vi dicevo, anche un fantastico aperitivo con tapas è degno di nota al Bella Bu. Fanno il gin tonic con il London Dry…Ecco! Cosa buona e giusta.
Ma questa sera ho lasciato che Guenda decidesse per me il menù. E HO FATTO BENE!

Tartare di gambero rosso di Mazara con carciofi e salsa all’arancia. Dolce, croccante. Se si passa la lingua sul palato si sente la gioia di vivere. Per non parlare delle due teste dei gamberi fritti. No, non parliamone…Andate a mangiare questo piatto.


Chiacchieriamo, i clienti arrivano, alcuni salutano. Sono tutti sempre e comunque con il sorriso. Tra una chiacchiera e l’altra Guenda ci racconta che è sbalorditivo come a Genova ci sia stata questa sorta di fidelizzazione. Mi racconta che ha clienti affezionati che non si perdono una cena da loro almeno una volta la settimana. Questa si che è una soddisfazione.

Ho avuto un gemito di piacere quando a tavola sono arrivate le capesante. Capestante, purè di nocciole e bacon croccante. Era croccante quasi da orgasmo.
Il triplete sulla forchetta e via in bocca. Esplode tutto quello che deve.

Il baccalà…Non sono una fan del baccalà, non lo sono mai stata. Bene, nel piatto è rimasta solo la pelle. Cotto al vapore, tosto e gustoso sotto i denti, chips di topinambur, cubetti di topinambur crudo e crema del tubero stesso. Una gioia per gli occhi oltre che per il palato.
Le chips di topinambur erano asciutte. Il fritto perfetto.

Accompagno il prossimo piatto in arrivo con un calice di Pinot Nero Mosella. Nettare eccezionale.

Bucatini cacio e pepe. Al dente. Le varietà di pepe si distinguono dal piacevole formicolio che lasciano in bocca. Bianco, nero, pepe della Giamaica e il pungente (Si, ma solo sulle labbra) pepe di Sichuan.

L’ultimo piatto salato è un filetto di Cinta Senese lasciato praticamente in purezza servito con una maionese bruciata, spinacini saltati in padella e dei fagiolini SPAZIALI marinati, se non sbaglio, nella soia.


Nel frattempo passano dal nostro tavolo clienti felici, amici di vecchia data, Simone che tra un cocktail e l’altro, terrorizzato di essere ripreso, viene a salutarci e a sincerarsi che vada tutto bene. Eh si, mio caro Simone, va tutto benissimo, grazie.

Sono realmente appagata e anche abbastanza piena, ma Guenda, che nel frattempo si è accomodata con noi, ordina un dolce fingendo di ordinarlo per se stessa. Ecco, credo sia riuscita, forse, ad assaggiarne una cucchiaiata.
Mousse al cioccolato bianco con melone bianco e crumble di liquirizia. Il trittico delle delizie.

La mia specialissima menzione va all’ eccezionale cuoco di 29 anni, il genovese Gianluca Bianchi. BRAVO!

Il vicolo si anima, qualcuno beve un digestivo all’esterno, altri si fermano a fare quattro chiacchiere dopo cena, altri arrivano per bere qualcosa.

Non vi dirò di venire per forza in questo ristorante, non lo farei mai. Ma ve lo consiglio e lo faccio con il cuore. Educatevi al gusto cominciando a capire cosa state mangiando e come lo state facendo. Spendete e sorridete, perchè questi sono soldi spesi bene!

Provate ad andare a mangiare da qualche altra parte adesso!

V.

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Bella Bu Bistrot

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